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Tartufo bianchetto fresco

Disponibilità: dal 15 gennaio al 15 aprile

Il tartufo bianchetto o marzuolo, nome scientifico (Tuber borchii Vitt.), ha una scorza liscia e chiara, le sfumature del rivestimento vanno dall'ocra chiaro fino all'arancio scuro a seconda del periodo di maturazione e del territorio in cui viene raccolto. La gleba è invece chiara, con venature, tendente al bianco quando il fungo sotterraneo è giovane e più rossastra a maturazione avanzata. L'aspetto della scorza, al contrario di altre tipologie di tartufi, è piuttosto liscio.

Il periodo di raccolta e commercializzazione del tartufo bianchetto va dal 15 gennaio al 15 aprile, nei ristoranti abruzzesi viene utilizzato in cucina per aromatizzare ricette e menù tradizionali come i brodi e i primi piatti tipici abruzzesi di carne e di pesce. L'odore si avvicina a quello pungente dell'aglio, e proprio come quest'ultimo, nonostante le proprietà organolettiche può risultare talvolta di difficile digestione. Il profumo agliaceo si sprigiona qualche minuto dopo l'apertura, inizialmente è simile a quello di tartufi più pregiati.

I terreni che accolgono con più favore questa tipologia di tartufo si trovano sia in zone costiere che marittime con pinete e terreni acidi e sabbiosi, sia in zone con un clima più montano e fino ai 1000 metri sopra il livello del mare perché si adatta a vivere in simbiosi sia con pini sia con roverelle, faggi e pioppi. È uno fra i tartufi definiti rustici, il cui prezzo è inferiore rispetto ai tartufi blasonati come il bianco e il nero pregiati. Nonostante il costo accessibile, è capace di rendere speciale anche la ricetta più semplice con il suo aroma caratteristico capace di insaporire anche l'insalata o il brodo più casereccio.